Bilbao, vero e proprio polmone industriale dei Paesi Baschi e dell'intera Spagna, situata
alla foce del fiume Nerviòn , si affaccia sul mar Cantabrico. La sua fondazione risale
al Medioevo: all'epoca la città rappresentava uno degli sbocchi al mare della Castiglia, il che garantiva ai signori di Biscaglia l'appoggio dei sovrani castigliani. Durante il Medioevo la città diventò Comune e da allora la sua ricchezza si accrebbe grazie alla produzione di ferro , metallo che veniva esportato in Francia e in Inghilterra, e alla fiorente attività marittima: il porto della città biscaglina era infatti il nodo fondamentale del commercio della lana prodotta in Castiglia ed esportata nelle Fiandre. Questa attività non si esaurì nel corso dei secoli e, nonostante le vicende storiche, Bilbao si venne affermando come città commerciale per poi ospitare, a partire dal XIX secolo, un importante insediamento siderurgico, che le permise di crescere sia dal punto di vista economico che da quello urbanistico.
La Bilbao commerciale e industriale è sempre stata sensibile al fascino dell'arte e dell'architettura: ne sono testimoni i suoi monumenti, dalla cattedrale di Santiago, autentico gioiello gotico, ai Palazzi del Municipio e della Deputazione di Biscaglia, risalenti alla fine dell'Ottocento, epoca in cui lo stile classico cominciò ad aprirsi verso l'eclettismo. Benché gli abitanti di Bilbao siano stati tanto affascinati dall'architettura e dalla scultura, non hanno mai nutrito un particolare interesse per la pittura. Bisognerà aspettare l'espansione economica favorita dall'industrializzazione perché in tutti i Paesi Baschi si generalizzi un gusto per la pittura di quegli artisti locali che guardavano con interesse alla produzione figurativa di Madrid, nonché alla tradizione e alle novità provenienti dalle capitali artistiche dell'epoca, cioè Parigi e Roma. Pittori quali Eduardo Zamacois, Anselmo Guinea, Adolfo Guiard, Darìo de Regoyos, Francisco Iturrino, juan de Echevarrìa, solo per citare i più conosciuti, inaugurarono a metà Ottocento il cammino creativo che sarebbe stato poi percorso lungo tutto il secolo da insigni artisti, pittori e scultori, fra i quali si annoverano alcuni autentici innovatori, ad esempio gli scultori Oteiza e Chillida.
Sebbene la scuola dei pittori e degli scultori baschi non abbia raggiunto una certa
consistenza fino ai primi anni del Novecento, non c'è da meravigliarsi se Bilbao, dopo alcuni sfortunati tentativi compiuti nel XIX secolo, avvertì, all'incirca negli stessi anni, la necessità di dotarsi di un Museo di Belle Arti. Fu il pittore Manuel Losada, appoggiato da alcuni collezionisti privati, a farsi promotore di questa iniziativa, dopo essersi reso conto del consenso che la pittura biscaglina andava conquistando.
La proposta venne raccolta dalle due maggiori istituzioni pubbliche della città e della
provincia, il Comune e la Deputazione, che nel 1908 si impegnarono nelle spese di impianto e mantenimento di un Museo di Belle Arti, che tuttavia non fu inaugurato fino al 1914, anno in cui si insediò nei locali di un antico ospedale. In tre sale vennero raccolte le opere provenienti da collezioni private, fra cui quella importantissima di Laureano Jado, da chiese e conventi, nonché dagli istituti che avevano fondato il museo.
Questi fondi iniziali, in particolare quelli di arte antica, necessitarono ben presto di
sale più grandi e adeguate, ma i primi tentativi di creare un edificio destinato unicamente a museo, nel 1920, non ebbero alcun successo. Intanto la città, sempre più interessata a tale progetto, si volgeva con crescente curiosità all'arte contemporanea, fino a realizzare nel 1919 una grande esposizione che seguiva nelle sue linee fondamentali l'esempio dell'Armory Show americano , che si era svolto sei anni prima.
Oltre ad opere di artisti spagnoli come Nonell, Picasso, Gargallo e Solana, alla mostra
vennero esposti quadri di Bonnard, Mary Cassat, Van Dongen, Gauguin, Matisse,
Monet, Renoir, Sérusier. Alcune di queste opere, ad esempio le Lavandaie di Arles di Gauguin, Donna con bambino di Mary Cassat e la Natura morta di Sérusier, vennero acquistate dal museo, mentre altre, fra cui il Ritratto della marchesa Mathieu de Noailles di Ignacio Zuloaga, furono delle donazioni. Questo gusto per l'arte contemporanea spinse le istituzioni a considerare la possibilità di creare un Museo d'Arte Moderna, progetto che venne realizzato alla fine del 1924, anno di inaugurazione del museo. Vale la pena di richiamarne qui lo statuto, cui si è ispirato anche il Museo di Belle Arti di Bilbao. "Questo museo – recitava il preambolo allo statuto - deve innanzitutto essere costantemente al passo con l'epoca contemporanea; vale a dire, esso dovrà mantenere negli anni una marcata predilezione per quelle che oggi si sogliono definire "scuole di avanguardia", senza tuttavia dimenticare quelle manifestazioni artistiche che, per la loro qualità, meritino di essere considerate,
benché la loro tendenza non si dimostri decisamente innovatrice".
Nel 1945 i due musei, di arte antica e di arte contemporanea, si fondono nel nuovo
Museo di Belle Arti di Bilbao, trasferendosi in una nuova sede, un edificio di stile neoclassico, che verrà ampliato nel 1963 per accogliere ed esporre nel miglior modo possibile le collezioni, ormai ricchissime di pezzi pregiati. Alla gestione del museo partecipa, accanto al Comune di Bilbao e alla Deputazione di Biscaglia, il Governo
In meno di cento anni il Museo di Belle Arti di Bilbao, che come abbiamo visto ha
avuto una storia piuttosto travagliata , è diventata una delle più importanti pinacoteche spagnole, raccogliendo pezzi di grande valore, che dall'arte romanica arrivano fino all'epoca contemporanea; e ciò anche grazie all'amore per l'arte del popolo e delle istituzioni basche. Scegliere venticinque opere fra le centinaia conservate nel museo non è stato facile. Abbiamo dovuto prima di tutto restringere la scelta in modo che la selezione delle opere seguisse un criterio logico e rendesse contemporaneamente giustizia alla ricchezza delle collezioni del museo.
In generale abbiamo rinunciato, per ovvii motivi, ad una delle collezioni più importanti,
quella dei dipinti su tavola, che comprende pezzi di straordinaria bellezza, fra cui alcune tavole romaniche del XII secolo, vari pezzi di fondamentale importanza nella pittura gotica spagnola, nonché opere fiamminghe del XVI secolo.
Ci siamo inoltre posti un limite cronologico ben preciso, quello della produzione di
Francisco de Goya, uno dei geni della pittura. Questa figura eccezionale da un lato chiude una fase della storia dell'arte, quella che dal Rinascimento arriva alle soglie del Romanticismo, dall'altro apre l'età moderna. Abbiamo deciso di presentare al pubblico italiano la prima di queste fasi storiche, ben sapendo di sacrificare in tal modo una parte delle collezioni del museo, nel quale si trovano nomi come Fortuny, Eugenio Lucas, Madrazo, Mary Cassat, Gauguin, Sérusier, Metzinger, Beruete, Regoyos, Nonell, Sorolla, Picasso, Delaunay, Solana, Tàpies, Bacon, tanto per citarne alcuni, oltre a grandi artisti baschi, per esempio Losada, Guiard, Guinard, Iturrino, Echevarrìa, Zuloaga, Arteta, Tellaetche, Uzelay, Oteiza e Chillida, nonché importanti pittori e scultori contemporanei.
Ma una mostra d'arte ha bisogno, per essere capita e goduta fino in fondo, di alcune
limitazioni riguardanti la quantità delle opere presentate e i periodi artistici presi in considerazione. li nostro obiettivo, nell'esporre venticinque capolavori del Museo di Belle Arti di Bilbao, era che il visitatore si dilettasse alla vista delle opere, che si sentisse rapito dalle forme, dai colori, dai soggetti trattati dagli artisti , e che si sollevasse infine dagli affanni della vita quotidiana per addentrarsi nel mondo senza frontiere della bellezza[…] .( Joan Sureda, de Introduzione).